Scambio semi 2010

fagioli.jpgEcco la lista delle sementi prodotte quest’anno, purtroppo non c’è molta varietà, ma in quantità discrete.

  • cavolo cappuccio cuor di bue grosso, è una meraviglia quando vanno a seme!
  • zucca mantovana
  • fagiolo stregone del piemonte
  • pisello cornettone (ne ho ancora pochi)
  • cicoria variegata di chioggia
  • rapunzia (oenothera biennis, specie selvatica)
  • bardana (arctium lappa, specie selvatica)
  • rosa canina

L’anno prossimo produrrò semi del rafano nero, del cavolo nero di toscana e del finocchio, oltre a questi. Ci sono diverse altre piante selvatiche di cui non sono riuscito a raccogliere i semi, ad esempio l’Angelica Archangelica, il Buon Enrico, il lupino selvatico e il cicerchione (lathyrus latifolius).
Riguardo le selvatiche, cerco in particolar modo il pisello montano (lathyrus montanus), quello di cui si consumano i piccoli bulbi piuttosto che i piselli prodotti.
Quest’anno effettuo solo scambi, quindi cerco:

  • sedano da costa
  • rapanelli (qualunque varietà)
  • barbabietole
  • finocchi
  • rape
  • porri
  • carote
  • zucchine

Chiunque sia interessato può contattarmi in privato oppure direttamente qui sul blog.
Ciao e grazie a tutti!

Lista sementi

foto_226.jpgPubblico una lista delle sementi che coltivo e riproduco in un clima fresco prealpino.
Chiunque fosse interessato a riceverne alcune, può contattarmi sul blog o in privato all’indirizzo sincontr@yahoo.it .
Tutte le sementi elencate sono coltivate e riprodotte con metodi biologici, senza fertilizzanti o diserbanti chimici, e con impollinazione libera, senza forzature.
Ritengo fondamentale lo scambio di semi biologiche, per conservare il più possibile la biodiversità delle diverse varietà di ortaggi, evitando la perdita di vigore e di caratteristiche derivanti da ibridi o ogm.

Attualmente disponibili (10/2009)

  • fagiolo rampicante Stregone
  • pisello rampicante Cornettone
  • cipolla bianca di Stoccarda
  • aglio bianco
  • patata rossa Desiree
  • patata gialla di Valsesia (non conosco la varietà originaria)
  • zucca Mantovana
  • atreplice rosso
  • Buon Enrico (spinacio selvatico di montagna)
  • Bardana

Disponibili in futuro

  • cavolo verza di Castelnuovo
  • cavolo cappuccio Cuore di Bue grosso
  • cavolo nero di Toscana
  • spinacio Matador
  • rabarbaro officinale

Zucca

Per evitare ogni ibridazione spontanea, coltivare solo una varietà alla volta della stessa specie. Nessun problema con melone e cetriolo. Verificare il controllo sanitario delle piante da seme per garantirne la qualità. Raccogliere i frutti a completa maturità, quando hanno assunto il colore caratteristico. Estrarre i semi dalla polpa e asciugarli al sole, senza lavarli.

Questo è un trucco proposto da M. Hatesse: «Cerco un fiore femminile e, molto prima che si apra, lo avvolgo in un sacchetto di plastica trasparente. Se necessario, inserisco all’interno un rametto che eviti lo schiacciamento del fiore da parte del sacchetto. Chiudo quest’ultimo con un filo di rafia. Quando il fiore femminile si apre, raccolgo un fiore maschile sbocciato e strofino gli stami contro il pistillo per assicurare l’impollinazione (di norma effettuata dagli insetti). Lascio il fiore maschio “in posizione” nel sacchetto e lo richiudo. Quando cadono i petali, tolgo il sacchetto e applico un segno distintivo (p. es., del filo elettrico colorato) attorno al peduncolo»

Cavolo Verza

Questa procedura si applica anche al Cavolo Nero e al Cavolo Cappuccio.
Coltivare soltanto una varietà alla volta (non ci devono essere cavoli fioriti in un raggio di 400 m). Ripiantare in primavera due teste dell’anno precedente, ben formate.
Seguire le seguenti operazioni:

  • le portasemi devono essere mature come se dovessero svernare, e vanno conservate tutte le radici. Le diverse varietà devono essere pronte in novembre-dicembre;
  • scegliere esemplari ricavati da una coltura che è andata complessivamente bene;
  • scegliere teste sode, pesanti, rispondenti in tutto alle caratteristiche della cv., col gambo corto e con piccioli molto ravvicinati; nervature sottili, colore ben netto. Le teste troppo mature vanno scartate, come pure quelle eccessivamente sviluppate, sintomo di degenerazione;
  • mettere a dimora gli esemplari prescelti, privati dalle foglie esterne, su terreno sano e ben lavorato, affondandoli finché il colmo della testa sfiori il terreno;
  • a primavera, qualora la testa faticasse ad aprirsi, incidere la superficie nella parte superiore; alla verza di forma conica fare a primavera 4 incisioni lungo i fianchi, oppure tagliare la testa al colletto, appena sotto le foglie, lasciando poi crescere 5-6 getti; Cicatrizzare la ferita con carbone di legno in polvere;
  • nel caso di sverno delle portasemi in cantina, raccoglierle con tutta la radici piantandole in terra d’orto o sabbia; metterle a dimora in marzo in modo che tutta la testa sporga dal terreno; scartare le foglie esterne marcite;
  • attenzione alle ibridazioni con altre brassicacee (crocifere);
  • applicare dei tutori agli steli;
  • la fioritura inizia a maggio e si protrae a lungo; cimare quindi i rami quando la metà inferiore porta abbastanza silique. Sospendere ogni annaffiatura durante la fioritura, e riprenderla all’occorrenza ad allegazione avvenuta;
  • raccogliere con prudenza quando le silique sono brunastre e gli steli giallastri, prima della completa maturazione per evitare la caduta dei semi;
  • posare i rametti su carta o tela per il trasporto, e appenderli in luogo ventilato per l’essiccazione. Il seme migliore è di colore bruno, il più scuro possibile; più tardi trebbiare.

Pomodori

Il pomodoro è una pianta annuale, quindi produce fiori e frutti entro l’anno stesso di semina.
Individuare 2-3 frutti particolarmente belli e sani e lasciarli arrivare a piena maturazione sulla pianta: il pomodoro deve essere completamente rosso, cioè non presentare quelle striature gialle (cosiddetti colpi di sole).
Si tagliano a metà e si estraggono i semi assieme al corpo gelatinoso che li contiene.
Passa il tutto sotto acqua corrente fino ad eliminare completamente la gelatina ed eventuali tracce del frutto: i semi sembrano pochi, ma equivalgono ad almeno 2-3 bustine.
Disporli in uno scolapasta di plastica a maglia fine, oppure un foglio di carta assorbente, o un panno, e lasciarli seccare al sole per qualche giorno, avendo cura di ripararli dal fresco della notte.
Ogni giorno sfregare i semi con le dita per evitare che si incollino alla carta, e per staccare i semi l’uno dall’altro ed eliminare le impurità residue.
Quando sono belli secchi, si ripongono in contenitori o tessuti che lascino traspirare l’aria.

Riprodurre le sementi

Riprodurre le sementi è di fondamentale importanza non solo per conservare varietà particolari di ortaggi e piante, ma anche perchè in questo modo le piante si adattano, di generazione in generazione, al clima ospitante.

Principi generali
Qualunque sia la specie e la varietà di ortaggio di cui si vogliono ottenere i semi, ci sono alcune regole generali che valgono per tutti, a parte qualche raro caso specifico.

  • selezionare le piante più belle, robuste, precoci e prive di malattie
  • lasciare i frutti sulla pianta il più a lungo possibile, in modo che possano maturare completamente (e oltre) e assorbire sostanze nutritive dalla pianta
  • utilizzare, tendenzialmente, i frutti che si sono sviluppati per primi, che di solito (ma non sempre) appaiono più vicino al terreno, nelle parti più basse della pianta
  • sciaquare rapidamente i semi, quando necessario, per pulirli dalla gelatina o sostanze protettive della pianta, evitando assolutamente di tenerli a bagno
  • lasciare asciugare i semi completamente, in luogo buio, ventilato e non umido
  • conservare i semi in sacchetti di carta o contenitori di vetro con tappo di sughero, all’ombra e in luoghi asciutti e freschi, evitando assolutamente contenitori metallici o ermetici

Come autoprodursi i bulbilli di cipolla

Tratto dal sito di Civiltà Contadina, www.biodiversita.info
 
Ogni inverno troveremo in vendita i bulbilli di cipolla, quelle cipolle in miniatura che trapiantate in primavera daranno velocemente una cipolla di grande dimensione. Non vi stupirà sapere che la produzione di tutti questi bulbi è all’estero e che in Italia si è persa anche la ricetta su come creare i bulbilli da trapianto.
Eccone una se volete disporre delle vostre proprie cipolline ottenute da seme di varietà locale.
 
 
Si prepara un letto di semina molto piccolo, 2-3 metri quadrati, o una linea di semina larga con largo anticipo prima dell’inverno e all’inizio primavera spargere circa 30 gr. di seme in una fila di 5 cm di larghezza e 7 metri di lunghezza. Non diradare affatto le piantine che nasceranno, il crescere così vicine le manterrà piccole. In tardo luglio estrarre le piante dalla terra prima che raggiungano i 2 cm di diametro. Più piccoli sono i bulbilli più grosse saranno le cipolle che ne usciranno l’anno seguente e meno possibilità ci saranno che la pianta monti a fiore. Ogni bulbillo che supera i 2,5 cm in diametro sarà buono per farci le cipolline in agrodolce, ma non da trapiantere. Si lasciano le cipolline al sole dopo che sono state levate dal terreno per 7-10 gg e poi si rimuove il gambo ormai secco. Si conservano fino a primavera seguente in un locale secco e ventilato, ma non esposto alla possibilità di gelo. A inizio primavera il trapianto: se il terreno è argilloso e duro si preme con delicatezza il bulbo sulla superficie, se è sabbioso lo si può premere un po’ più profondo ma non da coprirlo di terra.