Lo spirito del fiume

DSC00398.JPGSaltello sui sassi, in mezzo al torrente quasi asciutto; non piove da giorni, ci sono sacche colme d’acqua e zone dove è tutto secco. Ricordo questa primavera il rombo assordante del torrente in piena, fa paura anche solo vederne la potenza, ora invece soffre e si può tranquillamente guadare ovunque sui sassi o con gli stivali.
Mi avvicino ad un piccolo bacino con acqua fonda e vi vedo guizzare delle saette scure, che corrono subito a nascondersi sotto i sassi: trote. Sento uno strillo acuto in cielo, sopra di me; il verso sembra quello di un’aquila, guardo su e la vedo planare, altissima, grande, l’apertura alare dovrebbe avvicinarsi ad un metro, ma non è un’aquila bensì una poiana, credo.
All’improvviso mi sento osservato, guardo a riva e mi ritrovo a incrociare lo sguardo con quello di un macigno dalla faccia triste e serena allo stesso tempo; sembra avere gli occhi socchiusi. E’ vivo, lo sento, anche se sonnecchia da un’eternità, sarà lo spirito del fiume o della roccia?

Di nuovo connesso

Finalmente, dopo mesi di attesa, anche qui tra i monti è arrivata Internet! Forse, ad esser sinceri, era anche meglio prima, quando non c’era, quando l’unico modo per azzardare qualche previsione meteo era tramite le piante, i segni della natura, l’istinto… e va bè anche il meteo alla televisione.

Tuttavia, questo misto di natura selvaggia e di tecnologia è assolutamente affascinante, e poi internet da accesso ad informazioni e contatti in tutto il mondo che sono quasi indispensabili, anche per chi come me non è molto esperto nella coltivazione o è appassionato di erbe e piante spontanee.

Colgo quindi l’occasione per pubblicare una foto di un nuovo prodotto dell’orto, il Rafano nero! Eccolo:

rafano.JPGMi son scordato di mettere un qualche oggetto di dimensione nota per far capire quanto siano grosse le radici, comunque sono grandi come palline da tennis; ho provato a estirparle un po’ prima per confrontare poi il sapore con quelle che raccoglierò in seguito; c’è sempre il rischio che radici più grosse diventino legnose.

Avevo già parlato del raf ano nero, ma ricordo che è un ottimo depuratore del sangue alleggerendo fegato e cistifellea, contiene molta vitamina B (che dovrebbe favorire il sonno, ma di questo non ne avevo bisogno) vitamina C e ferro; inoltre dovrebbe essere leggermente diuretico e espettorante.

La dottrina zen del vuoto mentale

4080.pngUna pratica mentale, unica nel suo genere di vera e propria avventura intellettuale, in cui al commento o all’insegnamento si sostituiscono l’esempio, il fatto, l’esperienza vissuta.

Un viaggiatore incontrò una tigre e fuggì con la belva alle calcagna. Arrivato sull’orlo di un precipizio l’uomo vi saltò, afferrandosi a una liana e rimanendo sospeso nel vuoto, mentre la tigre annusava al di sopra di lui. Tutto tremante l’uomo guardò in giù e vide un’altra tigre che lo guardava. Due sorci, uno bianco e uno nero, si misero a rodere la liana alla quale era sospeso. L’uomo vide allora vicino alla sua testa una appetitosa fra-gola selvatica. Tenendo la liana con una mano, colse con l’altra la fragola e la mangiò. Era deliziosa!

Nel loro sforzo per superare il mondo dell’intelletto i Buddhisti Zen hanno sempre messo l’accento sull’importanza dell’istantaneità. Non dovrebbe essere consentito alla riflessione di frenare la rapidità di una risposta, e come il suono di una campana si fa sentire nello stesso momento in cui si produce, così l’uomo dovrebbe coltivare in se stesso una presenza di spirito capace di condensare una esperienza infinita in una intuizione immediata. Per questo i Maestri Zen non cessano di insistere con i loro discepoli sulla spontaneità della reazione che essi si aspettano da loro.

La conoscenza razionale è razionale solo perché vi si giunge per mezzo della ragione. Le altre conoscenze accessibili con mezzi diversi dalla ragione, non sono, però, irrazionali; sono extra-razionali.

Saper distinguere fra le idee suscettibili di analisi razionale e quelle che non lo sono è il dono degli dèi. Per colui che agisce, è altrettanto importante saper riconoscere la giustezza di un giudizio intuitivo che la solidità di una prova scientifica.

Democrazia

canticle-picacio.jpgDemocrazia, cosa significa questa parola che si vuole esportare in tutto il mondo e per la quale si compiono guerre? Abbiamo una vera democrazia nel nostro paese?
Democrazia significa letteralmente governo del popolo, dall’etimologia della parola greca. Questa in origine, nell’antica grecia, era diretta, cioè il popolo si radunava periodicamente in apposite piazze per decidere o proporre nuove questioni da discutere; oggi la democrazia invece è indiretta, cioè il governo è demandato a rappresentanti del popolo, e l’unica forma di democrazia diretta rimane nei referendum e nelle iniziative popolari quali la raccolta di firme. Ora, per quanto riguarda i referendum, non se ne fanno praticamente più o quasi (troppo costosi, eheh), mentre riguardo la raccolta firme per proporre nuovi disegni di legge, questi spesso vengono ignorati (vizio di forma nella raccolta di firme, ehm). Inoltre, se consideriamo che per poter essere eletti in parlamento, se mai si potesse avere un qualche minimo peso nelle decisioni parlamentari, è necessario disporre di un sacco di quattrini e delle conoscenze giuste nel posto giusto, allora si può tranquillamente dichiarare che nemmeno la democrazia indiretta esiste più.
Poco fa leggevo del calo delle borse a causa della paura spagnola (non per l’influenza) per il rischio di insolvenza del debito pubblico, problema che del resto hanno la maggior parte dei paesi ‘sviluppati’ (vedi Signoraggio); che abbiano voluto avviare una nuova fase della crisi economica?

Rivoluzione delle coscienze

cavalieri.jpgSperiamo ci sia e presto, così non si va avanti per molto.
Le abitudini e la frenesia hanno letteralmente catturato la maggior parte della gente nel mondo (non solo occidentale), impedendo loro di avere una visione di cosa sta succedendo effettivamente intorno a loro, e dentro di loro. Ci si trova all’interno di un vortice, un buco nero, dentro il quale si è ciechi, si accettano le peggiori nefandezze senza nemmeno farci troppo caso.
Sarebbe sufficiente fermarsi un attimo e guardarsi da fuori (oppure guardarsi da dentro, è lo stesso), guardare il mondo e la vita come se uno spettatore distaccato e disinteressato guardasse dal cielo. Sarebbe sconvolgente, provate a immaginare, senza che mi metta a elencare la solita catena di obbrobi.
L’altra sera stavo guardando il film ‘Il pianeta verde’ (qui il link di wikipedia), in cui la gente vive in piccole comunità unite, in totale armonia con la natura e con sè stessi, in un mondo verde e puro dove cibo e acqua sono disponibili ovunque.  Anche loro sono andati vicini all’autodistruzione nel loro passato (nella loro preistoria), durante il periodo industriale, delle gerarchie, del controllo e del potere, della speculazione e del guadagno. Una di loro, una particolarmente coraggiosa, si offre per tornare sulla terra a controllare a che punto si sia arrivati, e il risultato è una perfetta visione dall’esterno della situazione oggettiva sulla terra, che è agghiacciante.
D’altro canto siamo tutti responsabili di questo scempio, ed è necessario che ognuno di noi si renda conto in prima persona delle proprie responsabilità, che ognuno prenda coscienza anche solo delle proprie abitudini, prima di poter cambiare qualcosa.

L’uomo semina un pensiero e raccoglie un’azione,
semina un’azione e raccoglie un’abitudine,
semina un’abitudine e raccoglie un carattere,
semina un carattere e raccoglie un destino.

Per l’anno nuovo

230px-Siddhartha_Gautama_Buddha_portrait.PNGRaccogliersi in uno spazio interno,
scoprire il silenzio e la calma
nel respiro di questo attimo
per far scorrere tutto su di noi
è come una goccia di pioggia su una foglia di loto:
ci permette di restare impermeabili alla sofferenza
che scivolando si allontana.

Poetyca
(tratto da http://www.bodhidharma.it/)
Io non lascerò che alla pianta manchi l’acqua
che la spiga non riceva luce e sole
la custodirò da ogni male e da ogni guerra
è il vangelo della terra.

Bodhidharma

6a00d8341c3e6353ef00e54f2401c88833-800wi.jpgBodhidharma, si dice diede il via allo Zen, portando il Buddhismo dall’India alla Cina, verso il 500 d.C.. Sicuramente il suo insegnamento fu molto particolare, poca filosofia, poche parole ma con grande effetto (quello che poi sarebbe diventato la disciplina degli Haiku, le poesie giapponesi ‘risveglianti’). Si dice anche abbia fondato il monastero Shaolin e lo stile di kung fu omonimo, sicuramente vi passò diverso tempo meditando. Questo dice la leggenda, riguardo il suo allievo Huìkě, desideroso di apprendere la Via, ma ignorato da un Bodhidharma in meditazione:

« Mentre il fondatore [Bodhidharma] era seduto in meditazione davanti al muro.
Il suo successore [Huike] era in piedi nella neve.
Si tagliò un braccio e disse: “La mia mente non è pacificata. Per favore pacifica la mia mente”.
Il fondatore disse: “Portami la tua mente e io la pacificherò”.
Il successore disse: “Ho cercato la mia mente e non l’ho trovata”.
Il fondatore disse: “Ho pacificato la tua mente . »

Si dice anche portasse con sè soltanto una copia del Lankavatara Sutra, asserendo che fosse l’unico testo di cui si poteva aver bisogno. La dottrina di Bodhidharma è una non dottrina, assolutamente essenziale, ed è quella che preferisco in modo particolare, con la quale mi sento in sintonia. In sostanza siamo già perfettamente realizzati, non occorre cercare o studiare nulla, anzi questo genera desiderio e attaccamento che portano alla sofferenza. Ogni azione quotidiana è la pratica della via, compiuta con ‘distacco’, mantenendo in equilibrio istinto e razionalità, diventando la cosa stessa che si fa, come se il sè, il soggetto praticante, non esistesse. La meditazione è la più semplice possibile, si prolunga l’intervallo che esiste tra un pensiero e un altro, come ho già detto, finchè il flusso dei pensieri scompare con naturalezza, la mente cessa di esistere e rimane la coscienza divina, da contemplare con estasti e da compartecipare; le difficoltà iniziali si possono superare focalizzando l’attenzione solo sul respiro, che ci collega alla vibrazione dell’universo e dell’energia del quale è composto. E’ la stessa cosa che si fa nelle azioni quotidiane (alcuni lo chiamano Yoga dell’azione), col risultato di ottenere una visione chiara, non disturbata da ansia, fatica, pregiudizi nè frenesia, troppo coinvolgimento, troppo entusiasmo…