Qoélet, l’ecclesiaste

Mi sono imbattuto per caso in una citazione dell’Ecclesiaste, capitolo 3, che potrebbe quasi somigliare ad un testo buddista zen, e quindi ci tengo a pubblicarlo.
L’ecclesiaste, Qoélet in ebraico, sembra sia stata scritta da un autore ignoto che parla a nome di re Salomone in persona, intorno al III secolo a.C.. Probabilmente è proprio l’ispirazione ad un personaggio così enigmatico come Salomone, a dare uno stampo così ‘filosofico’ o ‘sapienzale’ al testo.

1 Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
2 C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
7 Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8 Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
9 Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica?
10 Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa. 11 Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell’eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l’opera compiuta da Dio dal principio alla fine. 12 Ho concluso che non c’è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella loro vita; 13 ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio. 14 Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c’è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché si abbia timore di lui. 15 Ciò che è, già è stato; ciò che sarà, già è; Dio ricerca ciò che è già passato.
16 Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c’è l’iniquità e al posto della giustizia c’è l’empietà. 17 Ho pensato: Dio giudicherà il giusto e l’empio, perché c’è un tempo per ogni cosa e per ogni azione. 18 Poi riguardo ai figli dell’uomo mi son detto: Dio vuol provarli e mostrare che essi di per sé sono come bestie. 19 Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c’è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell’uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità. 20 Tutti sono diretti verso la medesima dimora:
tutto è venuto dalla polvere
e tutto ritorna nella polvere.
21 Chi sa se il soffio vitale dell’uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra? 22 Mi sono accorto che nulla c’è di meglio per l’uomo che godere delle sue opere, perché questa è la sua sorte. Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui?

L’illusione del controllo

Master_Oogway_by_Cri_Kee.jpgGente, smettiamola di preoccuparci troppo per le cose che succedono e soprattutto per le cose che potranno succedere.
Ciò deriva dall’illusione del controllo, dalla sensazione di poter controllare tutto ciò che ci succede. Vero è che ogni cambiamento ha origine dall’interno di ognuno di noi, è l’effetto dei nostri pensieri e delle nostre intenzioni. Ma se ci preoccupiamo troppo di quello che potrà accadere, le nostre intenzioni verranno influenzate, anche inconsciamente, e le cose difficilmente andranno come sperato.
Tutto fa parte di un essere vivente unico, dunque ciò che pensiamo nella nostra coscienza ha effetto all’esterno, nel mondo; dunque l’ideale sarebbe avere un modo di pensare positivo in modo spontaneo, e questo si ottiene solo evitando di preoccuparsi per il futuro.
A questo proposito, riporto alcune citazioni dal cartone animato Kung Fu Panda che ho visto con mio figlio nei giorni scorsi (sono tutte del anziano maestro Oogway, la tartaruga). Il significato centrale del cartone è che per rendere una cosa speciale, devi solo credere che sia speciale (citazione).

  • Non adempirà mai al suo destino, e tu al tuo, se non rinuncerete all’illusione del controllo. Guarda quest’albero, Shifu: non posso farlo fiorire quando mi aggrada, né farlo fruttificare prima del tempo. Qualunque cosa tu faccia, quel seme crescerà e diventerà un pesco, magari tu desideri un melo o un arancio, ma otterrai un pesco.
  • Spesso ci si imbatte nel nostro destino proprio lungo la strada per evitarlo.
  • Il caso non esiste. (x3)
  • La tua mente è come quest’acqua, amico mio: quando viene agitata diventa difficile vedere, ma se le permetti di calmarsi la risposta ti appare chiara.

La meditazione

tiberiade_lago_gesu_in_meditazione_01.gif“Guarda, le cose stanno in questo modo:
quando il pensiero di prima è terminato e il pensiero futuro non è ancora sorto, non c’è forse un intervallo?”

“Si”, disse il discepolo Apa Pant.

“Bene, prolungalo: questa è la meditazione”.

Maestro Jamyang Khyentse

Koan del fiore sbocciato

occhi1g8fl4.jpgQual’è la nostra vera essenza, che cosa siamo effettivamente?
Chiaro che non possiamo essere solo questo corpo materiale, in quanto esso è destinato a scomparire in breve tempo.

Siedo ad osservare una pianta da diverso tempo, ma non noto nessun cambiamento.
Vado via e torno dopo poco, e trovo un fiore sbocciato.

Mente in meditazione

auroraborealisws4.jpgCosa dovremmo “fare” con la mente durante la meditazione?
Assolutamente nulla. Lasciamola, semplicemente, così com’è.

Un Maestro descrisse la meditazione come:
“Mente, sospesa nello spazio, in nessun luogo”.

Sogyal Rinpoche

Spesso si crede di dover apportare o togliere qualcosa,
di dover raggiungere un preciso fine,
come se il meditare fosse un lavoro di indagine
nel quale portare modifiche a quanto sia presente,
non accetto e da rigettare. Oppure come se fosse
un percorso a tappe dopo del quale si possa conseguire
un premio del quale fare mostra.
Nessun fine va cercato, nessuna ricerca particolare
se non quella del silenzio e della calma per scivolare nell’assenza di percorso.
Solo in questo modo ci si riempie di un vuoto
che è la pienezza stessa della nostra attenzione.

Poetyca

Fonte: Bodhidharma

Clima

8701.jpgLo scorso anno e quest’inizio mostrano un chiaro rallentamento del riscaldamento globale, probabilmente dovuto al periodo di minimo del ciclo solare, che ha una durata media di 11 anni.

Un minimo solare del tutto eccezionale, secondo gli esperti Nasa, che in un documento datato 10 Marzo 2009, ne dichiarano le anomalie:

  • Il flusso radio (F 10.7) è il più basso da quando vengono effettuate registrazioni sistematiche (1947).
  • Venti e pressione solare sono ai livelli minimi da quando è cominciata l’Età Spaziale (1957).
  • Il campo magnetico del sole è del 36% più debole rispetto a quello osservato durante il precedente minimo.
  • Mancanza pressoché totale di sunspots.
  • Assenza della corrente equatoriale quiescente di plasma normalmente presente all’equatore.
  • Raggi cosmici vicini ai record assoluti di sempre.

La Nasa e altri enti preposti all’osservazione della nostra stella e del clima, prevedono l’inizio del nuovo ciclo solare (il 24°) verso la fine di quest’anno o l’inizio del prossimo, ma continuano a ritardare le stime.
Nel 1645 cominciò un periodo di scarsa attività del sole (il minimo di Maunder), accompagnato dall’assenza di macchie solari (sunspots), che durò fino al 1715, caratterizzando così una mini era glaciale, costituita da inverni molto rigidi.
Tuttavia sembra possibile invece che il nuovo ciclo, in procinto di cominciare, possa essere uno dei più forti mai registrati, e le previsioni della Nasa ipotizzano che intense tempeste magnetiche investiranno il nostro pianeta, causando danni alle apparecchiature elettriche sia in orbita che al suolo.

Dunque sembrerebbe proprio che quest’inverno così rigido, sia solo una pausa all’interno di una tendenza al riscaldamento globale, della Terra nonchè dell’intero sistema solare.
In ogni caso difficile fare una previsione, per quanto si usino modelli complessi o elaboratori potenti; sono troppe le variabili in gioco che ancora dobbiamo scoprire.
E forse non ha nemmeno molto senso cercare di scoprirle, se prima non si cerca di tornare ad ascoltare il nostro intuito, se non si ricerca l’equilibrio e il contatto con la natura, così importanti anche solo per intuirne l’essenza.