Buon 2011

DSC00681.JPGQuale modo migliore di cominciare il 2011 se non camminando in montagna o nei boschi? Meraviglioso, anche se sarebbe più comodo avere le ciaspole, almeno per passeggiate lunghe sulla neve; utilissime anche per eliminare le tossine accumulate a natale e dintorni.
Purtroppo la cima tracciora era coperta di nuvole, che sono apparse di colpo proprio ieri sera, dopo parecchie giornate di sereno incontaminato; pazienza, vorrà dire che tornerò su di nuovo per catturare la cima col sereno, in tutto il suo splendore.
Buone passeggiate a tutti!

Qui le foto.

Intossicazione consumistica

MADRE-TERRA_i-colori-del-s.jpgPubblico qui la trascrizione di una piccola parte dei discorsi di Carlo Petrini a Terra Madre, consiglio vivamente a tutti di guardare il film documentario omonimo prodotto da Ermanno Olmi!
Come è stato detto nell’edizione Terra Madre 2006, è chiaro che l’attuale ritmo consumistico ed ideologia del profitto non sono più sostenibili, rischiamo di distruggere il pianeta, il quale non ha risorse infinite; chiediamoci anche qual’è il nostro grado di complicità in questa autodistruzione tramite il consumismo, e se possiamo tornare a modi di vivere in equilibrio con la natura, nel rispetto dell’ambiente e del buon senso.

L’abbandono dei saperi tradizionali ci rende più poveri, più deboli, ci impedisce di dialogare con la scienza ufficiale. Nei saperi tradizionali c’è l’empiria, la buona pratica, il rispetto per la terra, per la natura. E per questo dobbiamo riuscire ad avviare un dialogo tra scienza ufficiale e saperi tradizionali. Dobbiamo sostenerne i depositari: gli indigeni, i contadini, le donne, gli anziani. Non solo debbono essere ascoltati, ma devono diventare capofila delle sfide che questo mondo e questa crisi ci offrono. E loro sono le categorie meno considerate dalla politica, dai media. Un’umanità frenetica, attenta solo al profitto, va in corsa verso la deriva, finanziaria, ambientale, sociale. E invece che combattere insieme ai depositari dei saperi tradizionali, abbiamo posto donne, anziani, contadini e indigeni alle nostre spalle, come fossero l’ultima parte dell’umanità. Ma quando l’homo sapiens arriverà davanti al baratro dovrà fermarsi, dovrà fare marcia indietro. E quando si volterà per ripercorrere la strada a ritroso, gli ultimi diventeranno i primi, gli ultimi ci indicheranno il percorso giusto. Gli indigeni, le donne, i contadini e gli anziani ci indicheranno la strada giusta. Perché le persone più umili sono le più importanti della Terra, sono coloro che ancora conferiscono un senso alla vita comune. Un mio caro amico, un monaco piemontese, Enzo Bianchi mi ha ricordato in questi giorni una bellissima frase di un grande, grandissimo uomo della terra brasiliana Helder Camara: «Quando il lavoro impregna il vestito degli umili, guardati attorno e vedrai che gli angeli raccolgono le gocce di sudore come se raccogliessero diamanti». Oggi, è quanto mai necessario rispettare il lavoro degli umili, di tutti coloro che generazione dopo generazione dimostrano con forza quanto siano grandi le proprie civiltà, quanto sia potente la propria cultura. E mi rivolgo soprattutto ai giovani, a voi che in questa assise siete più di tremila: vi è data una grande opportunità, siete quelli che dovranno conciliare la scienza e le moderne tecnologie con le conoscenze tradizionali. Ci aspettano tempi interessanti, bisogna aver fiducia. Mettere insieme la scienza e le più moderne tecnologie con i saperi tradizionali è la sfida più bella che dovremo affrontare, una sfida straordinaria, non è anti modernismo.

 

Patate ‘invernali’

DSC00639.JPGMi ero scordato di raccogliere due o tre piante di patate, di quelle scappate al raccolto dell’anno scorso, quindi cresciute in mezzo alle altre colture. Ho dovuto spaccare la neve ormai ghiacciata, durissima anche se sottile; sotto la terra era tiepida, le patate mi sembravano al calduccio, mi è quasi spiaciuto doverle levare dal loro letto…

Nel frattempo la gatta giocava correndo da tutte le parti sull’orto ormai gelato, beata lei che non sente il freddo e se la spassa sempre e comunque!

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La prima neve vera 2010

DSC00622.JPGEcco la prima neve vera, dopo quella durata poche ore dell’ultimo di ottobre. E infatti si sente subito, il freddo ora è diverso, molto più ‘piacevole’; sono andato nell’orto coi pantaloni del pigiama senza problemi, a prendere qualche piantina di cavolo da far saltare in padella o per una bella zuppona.

 

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Tutto è ciclico

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Tutto è in costante mutamento, non esiste nulla di invariabile e immutabile, dunque vivo senza attaccamento, perchè tutte le cose sono in costante evoluzione.
Il desiderio, inteso come volontà di avere o di fare qualcosa, provoca inevitabilmente sofferenza; dunque pianifico il futuro, studio il passato e faccio programmi, ma senza desiderare che qualcosa si realizzi o meno.
Non esistono cose autogenerate o indipendenti, qualunque evento è l’effetto che si genera per una causa, la quale a sua volta è l’effetto di qualcos’altro; dunque se agisco con rabbia e violenza, li otterrò indietro; se penso di avere il totale controllo sulla mia vita o su un particolare evento mi sbaglio, perchè esiste sempre qualche causa/effetto che non dipendono da me.

“I 3 veleni della mente sono: ignoranza (perdita della memoria della nostra natura comune ed eterna), attaccamento e rabbia.
I 3 rimedi sono: amore, conoscenza e distacco.
Distacco non vuole dire abbandono, negazione e rifiuto. Conviene vivere come la ruota che per funzionare deve distaccarsi continuamente da terra ma di fatto non lascia mai la terra. Ogni momento tocca una terra nuova, così conviene passare da una conoscenza all’altra.”

“Vivi come se fossi libero dal pensiero ordinario,
al di là dei confini della logica e della ragione,
andando oltre la forza di gravità.
Fai scelte coraggiose e stravaganti, vivi come se avessi
il potere di cambiare il mondo, perché è proprio così!
Ricordati che hai eccezionali risorse che devi
ancora utilizzare e mantieni l’attenzione sul presente”.

Conserve

DSC00598.JPGLa conservazione degli ortaggi diventa fondamentale quando non è più possibile lasciarli nel campo; un po’ per il freddo e la neve, un po’ per non superare il periodo ottimale di raccolta, a seconda del tipo di ortaggio.
Conservare gli ortaggi allo stato naturale non è sempre possibile ne conveniente; ad esempio, gli ortaggi da foglia (cavoli, insalate) non si possono conservare, se non per pochissimi giorni, nemmeno ad una temperatura da frigorifero, tantomeno congelati. Gli ortaggi da radice o da fusto (ad esempio ravanello o rafano, finocchio, rape, barbabietole) si conservano un po’ di più alle basse temperature, ma difficilmente si supera il mese, ed in ogni caso la qualità del vegetale ne risente parecchio.
Gli unici conservabili senza problemi, per quanto mi viene in mente, sono i legumi (fagioli, piselli) e i tuberi (patate); questi, riposti in luoghi non troppo umidi e freschi, seccano spontaneamente o vanno in ‘letargo’ senza perdere qualità.
Le conserve sotto barattoli di vetro sono la soluzione ottimale, ma preparare conserve non è così semplice come potrebbe sembrare. Innanzitutto è necessario che i vasetti siano perfettamente sterili al momento dell’uso, previa bollitura dei contenitori; poi è necessario che questi si chiudano ermeticamente, per evitare marciumi o degradi dannosi per la salute.
Sto sperimentando diversi metodi per le conserve, in modo da ottenere prodotti nel modo più naturale possibile, senza rovinare le caratteristiche nutritive degli ortaggi, mantenendo comunque un buon livello di gusto. Ad esempio, rafani e ravanelli o barbabietole sotto aceto o in salamoia, con pizzichi di alloro e aglio; oppure cavoli stufati nel sugo, ed altro; vedremo quali metodi daranno i risultati migliori. Ogni consiglio è ben accetto!

DSC00600.JPGDSC00599.JPGQui di fianco qualche finocchio, con relative radici, ottime da mangiare fresche.