Buon 2011

DSC00681.JPGQuale modo migliore di cominciare il 2011 se non camminando in montagna o nei boschi? Meraviglioso, anche se sarebbe più comodo avere le ciaspole, almeno per passeggiate lunghe sulla neve; utilissime anche per eliminare le tossine accumulate a natale e dintorni.
Purtroppo la cima tracciora era coperta di nuvole, che sono apparse di colpo proprio ieri sera, dopo parecchie giornate di sereno incontaminato; pazienza, vorrà dire che tornerò su di nuovo per catturare la cima col sereno, in tutto il suo splendore.
Buone passeggiate a tutti!

Qui le foto.

Garofanino di montagna

IMG0103.jpgProprietà: emollienti, astringenti, antinfiammatorie, febbrifughe.

Chiamato anche Epilobio montano, è una pianta perenne che cresce nelle zone collinari e montane umide ma soleggiate, assomiglia molto al garofano comune ma ha dimensioni più ridotte (30-80 cm) e fiori rosa, che si chiudono nelle giornate nuvolose e si riaprono con il sole; fiorisce da fine maggio ad agosto, a seconda dell’altitudine e dell’esposizione al sole.
Contiene lo stesso principio attivo presente nei chiodi di garofano, anche se in quantità leggermente inferiore, che ha una forte azione antisettica, disinfettante e fabbrifuga.
Si usano foglie, fiori e frutti (simili apputi ai chiodi di garofano) sia freschi che essiccati all’ombra in tisana, oppure il decotto di radice essiccata al sole.

Atreplice

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Proprietà: Diuretico, lassativo, rinfrescante.

L’Atreplice è una pianta erbacea annuale, della famiglia delle Chenopodiacee; volgarmente è uno spinacio selvatico.
Sembra essere una pianta rustica e infestante, adattabile ai luoghi freschi di collina e montagna.
Si presenta in due varietà, rossa e verde; quest’anno proverò a seminare la prima, facendo l’esperimento di spargere qualche piantina anche fuori dall’orto, sperando che svolga la sua azione infestante nei prossimi anni.
Dal punto di vista nutrizionale, non ho trovato informazioni certe, ma sembra che sia leggermente inferiore al suo parente spinacio, con il quale tra l’altro non si può incrociare, anche se la cosa è compensata dalla maggior produttività (la pianta può raggiungere anche i due metri di altezza).
Ne ho trovato un curioso riferimento nel trattato medievale De Flore Dietarum (attribuito all’illustre medico cartaginese venuto a Salerno nel 1077 e monacatosi poi a Montecassino) che cito:
“L’atreplice è fredda in secondo grado ed umida in primo, nutre poco, la sua linfa infatti è acquosa
e rapidamente viene espulsa, tuttavia giova a quelli che sono di temperamento caldo ed asciutto”

Questo trattato usa la classificazione basata su vari gradi di caldo/freddo e umido/asciutto, ovvero sui quattro elementi alchemici (o umori), in uso ancora oggi presso alcune scuole di erboristeria tradizionale.
Il principio è simile a quello moderno, lo squilibrio elettrochimico che causa la malattia è classificato come squilibrio degli umori che costituiscono il corpo, in maniera forse ancora più intuitiva.
Nel trattato Atreplice è sinonimo di Blita o Blito, termine ancora oggi usato nel sud Italia; pubblico il trattato per intero qui.