Finocchi e barbabietole

DSC00988.JPGDa settembre comincia la raccolta dei finocchi e delle barbabietole; i primi, con il caldo che ha fatto, rischiano di andare in canna e presentano qualche inizio di marciume, dunque conviene raccoglierli prima. In ogni caso non tutti riescono a ingrossarsi come dovrebbero, forse il clima è troppo fresco o forse occorrerebbero più trapianti per forzarli un po’. Le radici sono ottime da consumare fresche, tagliate sottili, al pari del gambo stesso.
Credo proprio che l’anno prossimo sacrificherò un po’ i finocchi per lasciar più posto a carote e porri.

DSC00996.JPGLe barbabietole invece sono molto belle, ho provato le varietà di chioggia e la migliorata d’egitto, entrambe con buoni risultati. Hanno un sapore eccezionale, a gusto mio non occorre nemmeno condirle, le faccio cuocere al vapore per un quarto d’ora tagliate a pezzettini (ovviamente senza togliere la buccia!).DSC00993.JPG

 

 

 

 

Qualche giorno fa, mentre mi aggiravo per i boschi, mi sono trovato di fronte questa faccia silvestre che mi sbirciava ridendosela un po’, notevole! 

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Raccolta dei fagioli

fagioli.jpgE’ cominciata la raccolta dei fagioli, quest’anno belli e abbondanti; mi ricordo ancora il disastro dell’anno scorso, il raccolto scarso a causa della gelata di metà agosto. Non so proprio dove li metterò tutti, mi servirebbero diverse ceste da panettiere, se qualcuno le ha o conosce qualcuno che le vende, mi faccia sapere. Preferirei evitare gli scatoloni, assorbono troppa umidità, si rischiano marciumi, anche perchè è impossibile sgranarli tutti subito, si sgranano di volta in volta all’occorrenza.

Nel contempo si finisce di tagliare e sistemare la legna, compresa quella fine, già stipata nel mini fienile, e quella media, entrambe necessarie ad accendere il fuoco.
Prosegue anche la raccolta delle ortiche, un po’ si possono mangiare fresche, il resto si fa seccare per le oche quest’inverno. Dicono che le ortiche secche, sbriciolate nel pastone, riscaldino le oche, oltre ad essere ovviamente molto salutari, e le consentano di fare uova in anticipo. 

Avere e non avere

annuitcoeptisdetail.jpgRiporto questo post di Beppe Grillo, che mi ha particolarmente colpito e che condivido in pieno.

Avere e non avere. Lavoriamo più degli schiavi ai tempi dei Faraoni. Per trent’anni. Quarant’anni, cinquant’anni. L’età della pensione si allontana fino a coincidere con quella della morte. Il lavoro ha, sempre più spesso, come unico obiettivo uno stipendio. Non è importante che il lavoro sia utile, necessario per la società o per l’individuo che lo svolge. Lo scopo di un’attività è, di solito, il denaro che se ne può ricavare. Denaro che serve per comprare beni inutili, prodotti da altre persone che fanno altrettanti lavori inutili. Per rendere utili beni inutili, aumentare la salivazione dei consumatori, abbiamo inventato l’industria della pubblicità. Un inganno colossale, un’autoipnosi a fini di lucro.

C’è una perdita di senso, di scopo complessivo. Siamo panni lavati e rilavati in una lavatrice con il programma impazzito. L’informazione e la pubblicità, una volta separate, si sono unite, compenetrate in una forma oscena che è ovunque, che giustifica tutto. La distruzione del pianeta, la cancellazione del tempo (nessuno ha più tempo..), la perdita di significato, la mancanza di valori al di fuori di quelli economici. Abbiamo allungato la vita per non poterla vivere, siamo troppo occupati a produrre. Avere, siamo drogati dall’avere, lavoriamo per avere. Abbiamo trasformato il mondo e noi stessi in un PIL, in prodotti a scadenza. 

Abbiamo tutto, ma non abbiamo più nulla. In una società basata sulla produzione in quanto tale, a qualunque prezzo, chi perde il lavoro è una zavorra. E’ fuori dai giochi. Per sopravvivere è necessario lavorare, fare qualunque lavoro. Il progresso è lavoro, il futuro è lavoro. Il progresso, invece, dovrebbe essere la diminuzione del lavoro. L’eliminazione del lavoro inutile. Lavoro per tutti, solo se utile e in modica quantità.

La dannazione del lavoro ha il suo “altro”, il suo specchio, nei parassiti sociali. Quelli che, grazie al lavoro inutile degli altri, non lavorano. Sono dei divoratori di risorse umane e ambientali. Non hanno un lavoro vero e proprio, ma manipolano e posseggono il denaro, quantità spesso enormi di denaro. Sono gli addetti alla leva della ruota in cui girano, inconsapevoli, i lavoratori. La diseguaglianza sociale rende obbligatorio il lavoro inutile.
 
La solidarietà sociale e una equa distribuzione dei beni cancellerebbe ogni produzione fine a sé stessa e i parassiti economici.. Che senso ha avere, nello stesso Paese, l’Italia ad esempio, milioni di persone sotto la soglia di povertà, milioni di disoccupati e centinaia di migliaia di persone ricche a dismisura? Cosa vuol dire “vivere” nello stesso Paese per gli evasori e per i precari? La povertà è la materia prima del consenso dei regimi. Vanno stabilite una soglia di ricchezza e una soglia di povertà, entrambe da non superare. Avere e non avere.

Tratto dal blog di Beppe Grillo.

Aglio

DSC00967.JPGEcco l’aglio di quest’anno, è molto bello anche se rimasto un po’ piccolino, penso a causa del fresco straordinario fatto a luglio.

Stanotte c’è stata la prima incursione di una volpe nel pollaio o nell’ocaio; da alcuni giorni lasciavo la porta aperta, chiudendo solo il recinto e stanotte la volpaccia se ne stava portando via una. Per fortuna siamo riusciti a metterla in fuga prima che riuscisse a portar fuori la povera ochetta, la quale ha riportato solo qualche morso alla zampa. Speriamo si rimetta.

Buon equinozio!

DSC00528.JPGBuon equinozio d’autunno a tutti!
Proprio oggi questo blog raggiunge le 40000 visite, da quando è cominciato nel gennaio 2008, non male.
Stanotte alle 3 circa la terra intersecherà il piano dell’eclittica, proseguendo poi il suo cammino con l’inclinazione di 23° circa, portando l’emisfero boreale verso il ‘buio’ che raggiungerà il suo culmine al prossimo solstizio.
Quest’anno il clima è stato un po’ pazzerello, brutto tempo fino a metà maggio e freddo precoce ad agosto, capita, è normale, o forse no?
Intanto godiamoci qualche fungo ogni tanto, come la mazza di tamburo nella foto (solo una sigh, ma che buona!).

Buddismo

ZEN.JPGRiporto un breve stralcio da un piccolo resoconto di una persona che ha vissuto a lungo con un maestro buddista giapponese.

Quando poi gli chiesi come mai non vive in un tempio, mi rispose:
“In Giappone il buddismo è un “business”. La maggior parte dei monaci buddisti giapponesi si fa pagare tanto per una funzione di quarantacinque minuti, come un funerale, e gira con auto costose. Mi sento estraneo a tutto ciò. Voglio vivere la mia fede nel modo giusto e quindi fuori da un contesto così superficiale”
Dal suo intervento, poi, imparai che i veri monaci buddisti mangiano presto al mattino e solo prima di mezzogiorno, poi più nulla fino al giorno seguente. Essi non possiedono altro che i propri vestiti, e ciò che hanno lo dividono con gli altri.
Questo perché tutto è movimento: i beni materiali e le persone vanno e vengono, è una legge da accettare, e se trattieni ciò che hai, ti marcisce nelle mani. L’acqua che scorre è un limpido ruscello, quella ferma è una sporca palude.
Buddha, l’illuminato, nato più di 500 anni prima di Cristo, sosteneva che la mente è creatrice.
Noi siamo creatori, con il pensiero ognuno può fare ciò che vuole. La sua vita dipende da ciò che pensa. Da ciò che sceglie di pensare.