Rosa canina

Proprietà: vitaminizzante, antiinfiammatoria, anitallergenica, diuretica, astringente.

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Nel dettaglio, è utile per ottimizzare la circolazione del sangue e per i soggetti allergici, stimola le difese immunitarie a livello respiratorio, aiutando a combattere qualsiasi tipo di infezione, dal raffreddore all’influenza, alle malattie virali.
Stimola la eliminazione delle tossine tramite l’urina senza irritare i reni. Raccomandata anche per infiammazion dei reni o della vescica. Eliminado le accumulazioni di acido urico, aiuta anche la gotta e i reumatismi.
Grazie alla presenza di tannini, sostanze che hanno proprietà astringenti, risulta efficace nella cura delle diarree.
E’ un eccellente tonico per l’esaurimento e la stanchezza, aiuta a sconfiggere lo stress, e per questo è indicata nelle convalescenze.
È un ottimo antiossidante, esplicando un’azione antitossica e antinquinamento. La Vitamina C è la vitamina purificatrice e disintossicante.

Oltre all’azione disintossicante, ha un forte effetto sulla qualità del sangue, accrescendo l’assorbimento del ferro nell’intestino, equilibrando il livello di colesterolo e contribuendo alla produzione di emoglobina; inoltre rende attiva la vitamina B9 (acido folico) ed ha un leggero effetto antistaminico.
Secondo il premio Nobel Linus Pauling, assunta in forti dosi, previene e combatte, in caso di malattia, la crescita cancerogena.

I piccoli frutti della Rosa Canina, pianta selvatica dei boschi europei e dell’America tropicale, risultano essere le “sorgenti naturali” più concentrate in Vitamina C, presente in quantità fino a 50-100 volte superiore rispetto agli agrumi tradizionali (arance e limoni) e per questo in grado di contribuire al rafforzamento delle difese naturali dell’organismo. (100 grammi di cinorrodonti contengono la stessa quantità di vitamina C o acido ascorbico contenuta in 1 chilo di agrumi). I Bioflavonoidi, presenti nelle polpa e nella buccia di numerosi frutti, esercitano un’azione sinergica alla Vitamina C, favorendone l’assorbimento da parte dell’organismo.

Poiché la vitamina C (conosciuta anche con il nome di acido ascorbico) non può essere sintetizzata direttamente dall’uomo ( a differenza di quanto avviene per gli altri animali) essa deve essere introdotta o con gli alimenti, se la dieta è buona ed equilibrata, o con l’integratore alimentare, nei casi in cui l’alimentazione è carente di vitamina C, come normalmente succede. (Lo stile di vita occidentale, l’inquinamento industriale, l’influsso di apparecchi elettronici e il fumo di sigarette sono tutti fattori che aumentano il nostro fabbisogno di vitamina C per cui una integrazione è praticamente necessaria nella vita anche del più salutista di noi!).

Quando andate a fare delle passeggiate e incontrate i cespugli di rosa canina ricchi di cinarrodi, raccoglietene un po’. Potrete mangiarli sul posto, spremendo quelli più morbidi come se fosse dentifricio e avendo l’accortezza di trattenere i “semini” (che possono irritare le pareti dell’intestino). Oppure, una volta a casa, si possono essiccare e quindi utilizzarli per fare dei macerati ricchi di vitamina C (basta mettere a bagno in acqua tiepida alcuni cinarrodi precedentemente spezzettati, e lasciarli per alcune ore : in questo modo si evita di rovinare la vitamina C, che si denatura facilmente con le alte temperature e a contatto con l’aria). Si usano anche per fare marmellate, gelatine e composte.

Nel 18° secolo si usava produrre una purea a partire dai frutti (cinarrodi).

ALCUNE RICETTE

BEVANDA RINFRESCANTE ALLA ROSA SELVATICA
Fate macerare per un giorno in acqua tiepida i petali di 10 rose, quindi colate il liquido trattenendo i petali e aggiungete il succo di un limone e di un’arancia, qualche cubetto di ananas e alcuni cucchiaini di miele. Mettete il tutto in frigo e servite freddo.
MARMELLATA DI CINARRODI DI ROSA
Cuocete in acqua bollente 200 grammi di cinarrodi finchè non diventano molli, quindi passarteli al setaccio e unire 200 grammi di zucchero. Rimettete sul fuoco e cuocete adagio, mescolando di continuo, fino a raggiungere la giusta consistenza.

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Farfaraccio

Proprietà: sedativo, astringente, vulnerario, diuretico, emmenagoga, bechica, ipnotica.

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L’infuso di foglie è estremamente efficace contro emicranie, asma, allergie, tosse e disturbi all’apparato respiratorio.
E’ sconsigliato abusarne, non superando le 2/3 tazze al giorno per non più di tre o quattro settimane all’anno.
I gambi carnosi e sodi delle giovani foglie (piccioli) si possono consumare lessati ed eventualmente mescolati con bietole, oppure al pari degli asparagi.
Un tempo il burro veniva conservato avvolto nelle sue foglie.
Ne esistono due varietà, il farfaraccio comune (vedi foto in alto) e il farfaraccio bianco, che cresce soprattutto in zone montane, ai bordi di boschi umidi; quest’ultimo è una delle prime piante a fiorire, allo sciogliersi della neve, da marzo a maggio.
Si raccoglie durante la fioritura, e si lascia seccare all’ombra oppure si usa fresca; da evitare per chi soffre di disturbi al fegato o durante la gravidanza.

Il farfaraccio (Tussilago petasites) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle composite. La droga contiene derivati sesquiterpenici quali petasina ed isopetasina, prodotti a base di zolfo, alcaloidi pirrolozidinici, flavonoidi, acido protocatechico, colina, cloruro di potassio, inulina, sinantrina, eliantenina, potassio, calcio e manganese.
Gli estratti di farfaraccio sono stati utilizzati nella medicina popolare per curare la rinite allergica (febbre da fieno), l’asma, l’emicrania, i disturbi del tratto uro-genitale, del tratto gastro-intestinale e della colecisti, oltre che come spasmolitici.
Il Farfaraccio è una pianta nota per la cura della tosse e contro l’eccitazione nervosa e l’insonnia.

Gli effetti farmacologici del farfaraccio sono dovuti ai suoi costituenti principali: la petasina e l’isopetasina, due potenti agenti vasodilatatori la cui attività in vitro si è dimostrata simile a quella della papaverina. Tali sostanze sembrano inoltre capaci di inibire la sintesi di leucotrieni responsabili del processo infiammatorio che sta alla base dell’emicrania. Inoltre il farfaraccio, inibendo il rilascio di istamina, allevia la congestione nasale ed ha pertanto trovato applicazione nel trattamento della rinite allergica e dell’asma.
Ciò detto, desideriamo sottolineare alcuni aspetti di sicurezza che riguardano l’uso di questa e di molte altre erbe a scopo terapeutico.

Si ritiene infine importante sottolineare che, essendo tale droga potenzialmente epatotossica (a causa degli alcaloidi), è necessario effettuare un ‘adeguata anamnesi farmacologica dei pazienti prima di consigliarne l’uso, in modo da evitarne la possibile somministrazione contemporanea con altri farmaci in grado di causare disturbi a carico del fegato.

Parzialmente tratto da: farmacovigilanza

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Achillea Millefoglie

Achillea.jpgProprietà: antispasmodica, amaro-tonica, coleretica; antibatterica, astringente, cicatrizzante.

E’ una pianta estremamente comune e infestante, sia in pianura che nelle valli o sui monti delle prealpi e delle alpi.
E’ preferibile raccoglierla durante l’estate, durante la fase di fioritura.

E’ estremamente efficace per l’uso esterno su ferite, tagli e abrasioni, emorroidi e ulcere varicose, per le sue proprietà cicatrizzanti.
Una leggenda greca vuole infatti che con questa erba Achille abbia guarito una ferita a Telefo, re di Micene.
Per l’uso esterno, si può applicare sulle ferite il decotto di 30/60 grammi di foglie e fiori freschi o seccati all’ombra; oppure è possibile applicare direttamente un impacco di foglie e fiori ben triturati con un mortaio.

Per l’uso interno, si può bere un infuso con 2/4 grammi per tazza, di foglie e fiori seccati all’ombra.
L’infuso ha proprietà simili a quelle della camomilla. Ha effetto digestivo, migliora la circolazione e ha un leggero effetto ipotensivo.
Può causare colorazione tendente al marrone delle urine, ma non bisogna preoccuparsene.