Farfaraccio

Proprietà: sedativo, astringente, vulnerario, diuretico, emmenagoga, bechica, ipnotica.

farfaccio.jpg

L’infuso di foglie è estremamente efficace contro emicranie, asma, allergie, tosse e disturbi all’apparato respiratorio.
E’ sconsigliato abusarne, non superando le 2/3 tazze al giorno per non più di tre o quattro settimane all’anno.
I gambi carnosi e sodi delle giovani foglie (piccioli) si possono consumare lessati ed eventualmente mescolati con bietole, oppure al pari degli asparagi.
Un tempo il burro veniva conservato avvolto nelle sue foglie.
Ne esistono due varietà, il farfaraccio comune (vedi foto in alto) e il farfaraccio bianco, che cresce soprattutto in zone montane, ai bordi di boschi umidi; quest’ultimo è una delle prime piante a fiorire, allo sciogliersi della neve, da marzo a maggio.
Si raccoglie durante la fioritura, e si lascia seccare all’ombra oppure si usa fresca; da evitare per chi soffre di disturbi al fegato o durante la gravidanza.

Il farfaraccio (Tussilago petasites) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle composite. La droga contiene derivati sesquiterpenici quali petasina ed isopetasina, prodotti a base di zolfo, alcaloidi pirrolozidinici, flavonoidi, acido protocatechico, colina, cloruro di potassio, inulina, sinantrina, eliantenina, potassio, calcio e manganese.
Gli estratti di farfaraccio sono stati utilizzati nella medicina popolare per curare la rinite allergica (febbre da fieno), l’asma, l’emicrania, i disturbi del tratto uro-genitale, del tratto gastro-intestinale e della colecisti, oltre che come spasmolitici.
Il Farfaraccio è una pianta nota per la cura della tosse e contro l’eccitazione nervosa e l’insonnia.

Gli effetti farmacologici del farfaraccio sono dovuti ai suoi costituenti principali: la petasina e l’isopetasina, due potenti agenti vasodilatatori la cui attività in vitro si è dimostrata simile a quella della papaverina. Tali sostanze sembrano inoltre capaci di inibire la sintesi di leucotrieni responsabili del processo infiammatorio che sta alla base dell’emicrania. Inoltre il farfaraccio, inibendo il rilascio di istamina, allevia la congestione nasale ed ha pertanto trovato applicazione nel trattamento della rinite allergica e dell’asma.
Ciò detto, desideriamo sottolineare alcuni aspetti di sicurezza che riguardano l’uso di questa e di molte altre erbe a scopo terapeutico.

Si ritiene infine importante sottolineare che, essendo tale droga potenzialmente epatotossica (a causa degli alcaloidi), è necessario effettuare un ‘adeguata anamnesi farmacologica dei pazienti prima di consigliarne l’uso, in modo da evitarne la possibile somministrazione contemporanea con altri farmaci in grado di causare disturbi a carico del fegato.

Parzialmente tratto da: farmacovigilanza

farfaraccio_bianco.JPG