«Se incontri il buddha per la strada, uccidilo!»

Daruma-Hakuin1.jpg«Se incontri il buddha per la strada, uccidilo!» è un koan e come tale non ha un significato preciso. Forse non ne ha nessuno, forse ne ha centomila. A me dice che tutti noi, più o meno consciamente, abbiamo introiettato un modello di perfezione, cui abbiamo dato un nome altisonante: «buddha», per esempio. Ma questo non è il vero buddha. È un idolo creato dalla nostra stessa mente. Una proiezione, insomma, ottenuta cambiando di segno ciò che in noi percepiamo come «negativo». Dopo aver disconosciuto quel che in effetti non è che il nostro lato oscuro, lo proiettiamo fuori di noi, in cinerama e col dolby surround, trasfigurandolo. Togliamo l’«im» dall’imperfezione e ci illudiamo, in questo modo, d’aver ottenuto la perfezione. In realtà, abbiamo creato una caricatura autoreferenziale. Uccidere questo buddha vuol dire volgersi finalmente verso la propria mente non per uniformarla a un «buddha» immaginario, ma per conoscerla così com’è, senza volerla ad ogni costo cambiare, e creando così lo spazio in cui il cambiamento diviene possibile.
 
Uccidere il Buddha quando lo si incontra significa superare il mito del maestro, il mito del guru, il mito dello psicoterapeuta; significa rinunciare al ruolo di discepolo e distruggere la speranza che qualcun altro, all’infuori di noi, possa essere il nostro padrone.
Sheldon B. Kopp

«Se incontri il buddha per la strada, uccidilo!»ultima modifica: 2008-12-21T15:24:00+01:00da providence_77
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2 pensieri su “«Se incontri il buddha per la strada, uccidilo!»

  1. dopo avere passato le vacanze a fare equazioni, più o meno una ottantina di equazioni, ho constatato che quando ritieni di saper fare una cosa e ti consideri brava a a farla, comunque ti capita l’errore di segno e non lo trovi nemmeno se rifai gli spostamenti cento volte.e certe volte scopri che non sempre ciò che è meno poi può diventare automaticamente più e viceversa, non sempre una cosa è possibile o scopri anche che qualunque numero ci metti al posto della x, rimane l’equazione rimane sempre vera..mi sembravano solo i compiti di una ragazzina..invece leggendo del koan (io l’ho visto scritto anche col ch, choan) del budda mi ritrovo a pensare che tutte quelle cose che considero meno o più alla fine sono tutte mie e forse non hanno per forza un segno davanti, e che gli errori di segno sono dovuti a quel mito personalissimo che dice “devi essere così e non cosà” e che fa correre dietro a degli obbiettivi, a volte che non vengono da dentro.

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