Le possibili variazioni climatiche legate all’anomalo andamento dell’attività solare potrebbero risultare ancor più importanti grazie al contributo di alcune teleconnessioni oceaniche. In questo caso osservati speciali sono la PDO e l’AMO, che stanno per: Pacific Decadal Oscillation e Atlantic Multidecadal Oscillation. Come suggeriscono gli acronimi stessi si tratta di due oscillazioni pluriennali, i cui cicli si alternano, rispettivamente, ogni 20-40 anni (anche se per la AMO questo intervallo non è certo). Tempi sufficientemente lunghi per lasciare il segno sull’andamento climatico globale, sia nelle fasi ‘positive’ che in quelle ‘negative’.
Il caso ha voluto che in concomitanza col minimo undecennale dell’attività solare (ormai più che dodicennale) entrambe le oscillazioni stiano scivolando verso la loro fase fredda. Un abbassamento contemporaneo delle temperature superficiali del Nord Atlantico, del Pacifico orientale e dei mari prospicienti la West Coast potrebbe produrre, entro qualche anno, un importante calmierazione del riscaldamento globale. Questo grazie non solo alle minori temperature di ampie porzioni di oceano, ma anche alla modifica di teleconnessioni decisive come l’ENSO (Nina e Nino) e la Corrente del Golfo. Se nei prossimi anni questo mix di fattori non dovesse imprimire una svolta all’attuale trend termico allora avremo la certezza che i primi responsabili del cambiamento climatico sono i forcing antropici.
Tratto da: 3bmeteo