Grano saraceno

800px-Fagopyrum_esculentum_seed_001.jpgIl grano sareceno, nome scientifico Fagopyrum esculentum, è una pianta annuale che viene erroneamente considerata dai più com un cereale (Graminacee), in realtà è della famiglia delle Polygonaceae (come il Rabarbaro e le acetose, ad esempio, con le quali condivide anche le foglie lanceolate e senza gambo). Il frutto ha un elevato valore nutritivo, in quanto contiene tutte le 8 proteine fondamentali (cioè quelle che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare) compresa la lisina, che in genere nei cereali è assente o scarsa.
L’etimologia del nome deriva dal latino fagus (faggio) e piròs (frumento), in quanto i frutti somigliano vagamente a quelli del faggio, le faggette; tutte le Polygonacee hanno semi squadrati con più spigoli, da cui appunto il nome.
E’ una pianta estremamente rustica e resistente al freddo, adatta ad un clima temperato fresco o montano; la sua origine sembra sia nella zona Himalayana orientale, ma cresce spontanea anche in Mongolia e in siberia orientale; il termine saraceno sembra sia dovuto alla popolazione che lo ha importato in italia.
E’ possibile consumare il frutto bollito o tostato (un po’ come l’orzo, ad esempio) oppure macinarlo per ottenere farina, con la quale si può preparare il pane o la pasta.
La raccolta si esegue quando i frutti cominciano ad assumere una colorazione scura, dopodichè si lasciano seccare sul campo o al sole per 10-20 giorni, in modo che i semi maturino completamente, poi si esegue la trbbiatura. Un ettaro di coltivazione può produrre fino a 20 quintali di frutti e quasi il doppio di fieno; può essere utilizzata anche solo per produrre fieno, in questo caso la raccolta si effettua poco dopo l’inizio della fioritura. Inoltre nei terreni poco fertili può essere usata come pianta da sovescio, al pari dei legumi.