Prime gelate

DSC01019.JPGCon l’arrivo delle prime gelate ho completato la raccolta delle barbabietole, che altrimenti potrebbero guastarsi o diventare troppo fibrose; sono comunque soprattutto le zucche a soffrire il gelo.
Le barbabietole si conservano male una volta estirpate dal terreno, dopo qualche giorno diventano già molli; quindi quest’anno sperimento per la prima volta la conservazione nella sabbia. Ho preparato un paio di contenitori mettendo le barbabietole a strati, coperte da sabbia o terra, vediamo come si conserveranno.DSC01020.JPG
Queste nella foto sono le migliorate d’Egitto, devo dire però che la varietà di Chioggia è molto più buona, a parere mio; queste come si vede sono larghe e piatte.
Nel frattempo prosegue la produzione di uova, di cui cresce anche la dimensione, anche se credo che queste siano le ultime, a causa del freddo. 

 

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Uova d’oca!

DSC01013.JPGFinalmente quelle monelle di oche, oltre a papparsi tutto quello che trovano in giro, comprese piantine nei vasi e zucche, hanno fatto le prime due uova!
Penso sia una cosa anomala, dovuta probabilmente al caldo fuori stagione, a quanto ne so le oche iniziano a fare uova in primavera o a fine inverno.
Comunque ben venga, le uova son buonissime e son ben più grandi di quelle di gallina. Rompendole nel tegame risultano gelatinose, invece di essere liquide come quelle che si comprano; ho scoperto che questo accade perchè l’uovo è fresco di giornata. Inoltre bisogna stare attenti che l’uovo non sia stato covato troppo a lungo altrimenti, visto che molto probabilmente sono state fecondate dal maschio, potrebbe contenere già un feto; tuttavia so che le oche iniziano a covare dopo aver fatto diverse uova, almeno una decina.

DSC01010.JPGGuardate invece la micia dove è andata a rifugiarsi per sfuggire al caldo, troppo forte se ne inventa sempre una nuova! E poi guardate che meraviglia il cielo di sera con nuvole rosate a forma di cono.DSC01006.JPG

Finocchi e barbabietole

DSC00988.JPGDa settembre comincia la raccolta dei finocchi e delle barbabietole; i primi, con il caldo che ha fatto, rischiano di andare in canna e presentano qualche inizio di marciume, dunque conviene raccoglierli prima. In ogni caso non tutti riescono a ingrossarsi come dovrebbero, forse il clima è troppo fresco o forse occorrerebbero più trapianti per forzarli un po’. Le radici sono ottime da consumare fresche, tagliate sottili, al pari del gambo stesso.
Credo proprio che l’anno prossimo sacrificherò un po’ i finocchi per lasciar più posto a carote e porri.

DSC00996.JPGLe barbabietole invece sono molto belle, ho provato le varietà di chioggia e la migliorata d’egitto, entrambe con buoni risultati. Hanno un sapore eccezionale, a gusto mio non occorre nemmeno condirle, le faccio cuocere al vapore per un quarto d’ora tagliate a pezzettini (ovviamente senza togliere la buccia!).DSC00993.JPG

 

 

 

 

Qualche giorno fa, mentre mi aggiravo per i boschi, mi sono trovato di fronte questa faccia silvestre che mi sbirciava ridendosela un po’, notevole! 

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Raccolta dei fagioli

fagioli.jpgE’ cominciata la raccolta dei fagioli, quest’anno belli e abbondanti; mi ricordo ancora il disastro dell’anno scorso, il raccolto scarso a causa della gelata di metà agosto. Non so proprio dove li metterò tutti, mi servirebbero diverse ceste da panettiere, se qualcuno le ha o conosce qualcuno che le vende, mi faccia sapere. Preferirei evitare gli scatoloni, assorbono troppa umidità, si rischiano marciumi, anche perchè è impossibile sgranarli tutti subito, si sgranano di volta in volta all’occorrenza.

Nel contempo si finisce di tagliare e sistemare la legna, compresa quella fine, già stipata nel mini fienile, e quella media, entrambe necessarie ad accendere il fuoco.
Prosegue anche la raccolta delle ortiche, un po’ si possono mangiare fresche, il resto si fa seccare per le oche quest’inverno. Dicono che le ortiche secche, sbriciolate nel pastone, riscaldino le oche, oltre ad essere ovviamente molto salutari, e le consentano di fare uova in anticipo. 

Avere e non avere

annuitcoeptisdetail.jpgRiporto questo post di Beppe Grillo, che mi ha particolarmente colpito e che condivido in pieno.

Avere e non avere. Lavoriamo più degli schiavi ai tempi dei Faraoni. Per trent’anni. Quarant’anni, cinquant’anni. L’età della pensione si allontana fino a coincidere con quella della morte. Il lavoro ha, sempre più spesso, come unico obiettivo uno stipendio. Non è importante che il lavoro sia utile, necessario per la società o per l’individuo che lo svolge. Lo scopo di un’attività è, di solito, il denaro che se ne può ricavare. Denaro che serve per comprare beni inutili, prodotti da altre persone che fanno altrettanti lavori inutili. Per rendere utili beni inutili, aumentare la salivazione dei consumatori, abbiamo inventato l’industria della pubblicità. Un inganno colossale, un’autoipnosi a fini di lucro.

C’è una perdita di senso, di scopo complessivo. Siamo panni lavati e rilavati in una lavatrice con il programma impazzito. L’informazione e la pubblicità, una volta separate, si sono unite, compenetrate in una forma oscena che è ovunque, che giustifica tutto. La distruzione del pianeta, la cancellazione del tempo (nessuno ha più tempo..), la perdita di significato, la mancanza di valori al di fuori di quelli economici. Abbiamo allungato la vita per non poterla vivere, siamo troppo occupati a produrre. Avere, siamo drogati dall’avere, lavoriamo per avere. Abbiamo trasformato il mondo e noi stessi in un PIL, in prodotti a scadenza. 

Abbiamo tutto, ma non abbiamo più nulla. In una società basata sulla produzione in quanto tale, a qualunque prezzo, chi perde il lavoro è una zavorra. E’ fuori dai giochi. Per sopravvivere è necessario lavorare, fare qualunque lavoro. Il progresso è lavoro, il futuro è lavoro. Il progresso, invece, dovrebbe essere la diminuzione del lavoro. L’eliminazione del lavoro inutile. Lavoro per tutti, solo se utile e in modica quantità.

La dannazione del lavoro ha il suo “altro”, il suo specchio, nei parassiti sociali. Quelli che, grazie al lavoro inutile degli altri, non lavorano. Sono dei divoratori di risorse umane e ambientali. Non hanno un lavoro vero e proprio, ma manipolano e posseggono il denaro, quantità spesso enormi di denaro. Sono gli addetti alla leva della ruota in cui girano, inconsapevoli, i lavoratori. La diseguaglianza sociale rende obbligatorio il lavoro inutile.
 
La solidarietà sociale e una equa distribuzione dei beni cancellerebbe ogni produzione fine a sé stessa e i parassiti economici.. Che senso ha avere, nello stesso Paese, l’Italia ad esempio, milioni di persone sotto la soglia di povertà, milioni di disoccupati e centinaia di migliaia di persone ricche a dismisura? Cosa vuol dire “vivere” nello stesso Paese per gli evasori e per i precari? La povertà è la materia prima del consenso dei regimi. Vanno stabilite una soglia di ricchezza e una soglia di povertà, entrambe da non superare. Avere e non avere.

Tratto dal blog di Beppe Grillo.

Aglio

DSC00967.JPGEcco l’aglio di quest’anno, è molto bello anche se rimasto un po’ piccolino, penso a causa del fresco straordinario fatto a luglio.

Stanotte c’è stata la prima incursione di una volpe nel pollaio o nell’ocaio; da alcuni giorni lasciavo la porta aperta, chiudendo solo il recinto e stanotte la volpaccia se ne stava portando via una. Per fortuna siamo riusciti a metterla in fuga prima che riuscisse a portar fuori la povera ochetta, la quale ha riportato solo qualche morso alla zampa. Speriamo si rimetta.

Raccolta delle patate

DSC00965.JPGE’ cominciata la raccolta delle patata, evviva!
Quest’anno il raccolto si prospetta ottimo e abbondante; le patate preferiscono terra sabbiosa con letame, nella terra argillosa e compatta crescono meno. Quelle gialle tendono a produrre un numero maggiore di patate per pianta, non tutte però di grandi dimensioni (probabilmente preferiscono un clima più caldo), mentre quelle rosse ne fanno meno ma più grandi.
Il raccolto comincia quando la pianta si secca; a quel punto significa che anche le radici si stanno seccando e dunque le patate non cresceranno più.
Nella foto si vede il raccolto di due sole file, per un totale di poco più di una ventina di piante.

DSC00962.JPGMeraviglioso il cavolo cappuccio, nella foto, tenero e croccante; ho scoperto che Diogene si nutriva quasi esclusivamente di cavoli, su consiglio di Pitagora, e visse fino a 83 anni; i cavoli, oltre ad avere tantissime proprietà ottime per la salute, contengono anche più del 2 per cento di proteine, se consumati crudi. 

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