Prima vangata

P1050506.JPGSi comincia, a parte l’aglio e le cipolle messe un paio di settimane fa, a vangare sul serio. La primavera ancora non s’è vista, fa fresco, ma non tarderà molto, almeno spero; d’altronde non potevo aspettare ancora molto, almeno per le patate, visto lo stato avanzato dei germogli.
Quella vangata ieri e oggi è solo la prima aiuola delle tre destinate ad ospitare le patate, la prossima tra due o tre settimane, quando la luna sarà di nuovo calante, e poi l’ultima tra un mese o poco più.
Ho scelto le patate più sode, dove possibile, coi germogli tardivi e più corti possibile; quelle coi germogli troppo lunghi non vanno bene da seminare, in quanto hanno sprecato già una parte del nutrimento nel germoglio, ed infatti in genere risultano più molli delle altre.
A stretto giro, nei prossimi giorni, si vanga di nuovo per seminare il topinambur, che senz’altro come le patate non teme eventuali ritorni di gelo.
Alla prossima! P1050508.JPG

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Inverno

DSC01062.JPGL’inverno è appena cominciato, ma non si è ancora visto, fa più caldo di quello che dovrebbe. Qui ha già piovuto un paio di volte, cosa abbastanza rara per il periodo, e fastidiosa, perchè si formano lastre di ghiaccio ovunque. E’ facile prevedere che se dovesse arrivare troppo tardi, rimarrà anche oltre la sua stagione, ma speriamo di no.
Penso a causa del ‘caldo’ un’oca ha cominciato a fare uova, non male per essere inizio gennaio.
Nel frattempo ci si riposa e si gustano le verdure coltivate durante l’estate; in questi giorni i pasti sono a base di zucca, fagioli, patate, barbabietole e cavoli; questi ultimi crudi, quando possibile.
DSC01049.JPGLe patate si possono fare in mille modi. Per le zucche ho provato a lasciarle in acqua bollente per circa un’ora o poco più (sulla stufa, non sul fornello dove l’acqua bollirebbe), dopo averle aperte a metà e tolto i semi e la parte centrale. Quando iniziano ad essere abbastanza morbide le scavo con un cucchiaio, in questo modo avanza solo uno strato sottile di buccia, che le oche mangiano volentieri. E’ eccezionale anche senza condimento. Lo stesso vale per le barbabietole cotte al vapore.
Buon appetito! 

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Raccolta delle patate

DSC00965.JPGE’ cominciata la raccolta delle patata, evviva!
Quest’anno il raccolto si prospetta ottimo e abbondante; le patate preferiscono terra sabbiosa con letame, nella terra argillosa e compatta crescono meno. Quelle gialle tendono a produrre un numero maggiore di patate per pianta, non tutte però di grandi dimensioni (probabilmente preferiscono un clima più caldo), mentre quelle rosse ne fanno meno ma più grandi.
Il raccolto comincia quando la pianta si secca; a quel punto significa che anche le radici si stanno seccando e dunque le patate non cresceranno più.
Nella foto si vede il raccolto di due sole file, per un totale di poco più di una ventina di piante.

DSC00962.JPGMeraviglioso il cavolo cappuccio, nella foto, tenero e croccante; ho scoperto che Diogene si nutriva quasi esclusivamente di cavoli, su consiglio di Pitagora, e visse fino a 83 anni; i cavoli, oltre ad avere tantissime proprietà ottime per la salute, contengono anche più del 2 per cento di proteine, se consumati crudi. 

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Caldo e orto

P1040530.JPGCon questo caldo è difficile fare qualcosa di più che tenere pulito l’orto, quando capita, oppure contemplare la meraviglia delle piante che crescono e producono frutti.

Terminata la raccolta dei piselli, quest’anno discreta (ben poco in confronto ai fagioli), si procede a sfalciare la porzione di campo dalle erbacce prima che vadano a seme; poi si ricopre già con abbondante letame in via di maturazione.

P1040546.JPGNel contempo si continua a vangare, caldo e pioggia permettendo, senza fretta; si raccolgono ottime zucchine, cicoria e cetrioli giganti. Le zucche crescono e anche i cavoli cappucci sono quasi pronti, ce n’è abbastanza per arrivare alla prossima primavera, nonostante i danni delle cavolaie, comunque meno abbondanti dell’anno scorso.

 

 

 

DSC00960.JPGLungo il torrente ho trovato questa bellissima spiga con semi piuttosto grossi già quasi maturi; deve essere una graminacea, lontana parente del frumento, ma cercherò di identificarla meglio. Nonostante sia altamente infestante non ne ho viste molte di spighe simili, con semi cosi grossi; la raccolgo per seminarla l’anno prossimo in un angolino, questa varietà selvatica da sicuramente ottimi frutti se cresce cosi bene anche nella sabbia del torrente. Potrebbe essere un ottimo cibo per le oche d’inverno, oppure ci si potrebbe fare qualche pagnotta.

Nel frattempo l’economia continua a crollare, i falsi profeti circolano in pompa magna (vedi Madrid); troppo facile azzardare una previsione di guerre incombenti o attacchi terroristici costruiti ad hoc e poi affibbiati unilateralmente a quei poveracci di pastori talebani.

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Oche

ochea.jpgEccomi di ritorno sul blog, dopo un bel periodo di assenza. Nel frattempo si è fatto un sacco di lavoro sulla terra per le nuove semine e sono anche arrivate 5 ochette, paperelle.
Inizia quindi l’avventura dell’allevamento e già è una meraviglia! Sono arrivate il primo maggio e ancora sono abbastanza spaventate; le lascio esplorare il nuovo territorio un po’ alla volta, qui di spazio per loro ce n’è anche troppo, meglio evitare che si perdano.

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Scorzobianca e Scorzonera

images.jpgQuest’anno voglio provare a coltivare queste due nuove piante, oltre al Topinambur, che oltre a essere buonissimo cresce bene in luoghi umidi. La scorzobianca (Tragopogon porrifolius), chiamata anche Barba di Becco (perchè i semi, simili a quelli del tarassaco, hanno il soffione a forma di barba di caprone) è da un po’ che la cerco selvatica qui in zona, senza trovarla, a differenza di quanto successo con la Rapunzia, anche se in quel caso lei ha trovato me (vedi post relativo). Sono interessanti proprio perchè considerate ancora piante selvatiche, cioè non selezionate per le colture dell’orto e dunque risultano più rustiche e adattabili a climi freschi, e inoltre sono molto più difficili da trovare sul mercato.
Il consumo è equivalente a quello della carota, cioè si possono mangiare anche crude.
Entrambe sono piante biennali, cioè al primo anno sviluppano una grossa radice (che è l’ortaggio), che poi l’anno successivo serve a produrre fiori e semi; tra l’altro i fiori della scorzobianca semrbano davvero meravigliosi (vedi fiori viola qui a lato e sotto). Entrambe sono della famiglia delle Asteracee e quindi non dovrebbero essere autogame, ma impollinate da insetti, quindi per produrre i semi bisogna portare a fiore diversi esemplari; c’è anche il rischio che si possano incrociare, quindi dovrò mandarne a seme una sola, sicuramente la Scorzobianca, dato che l’altra è più comune anche dal punto di vista del reperimento semi.
La scorzonera (Scorzonera hispanica) l’ho presa per evitare discriminazioni razziali e anche perchè ho letto che è originaria della siberia meridionale, dunque dovrebbe adattarsi bene ad un clima montano; la scorzobianca pare essere di origine mediterranea, anche se è molto conosciuta nelle zone collinari del Piemonte.
Alla prossima!

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Patate ‘invernali’

DSC00639.JPGMi ero scordato di raccogliere due o tre piante di patate, di quelle scappate al raccolto dell’anno scorso, quindi cresciute in mezzo alle altre colture. Ho dovuto spaccare la neve ormai ghiacciata, durissima anche se sottile; sotto la terra era tiepida, le patate mi sembravano al calduccio, mi è quasi spiaciuto doverle levare dal loro letto…

Nel frattempo la gatta giocava correndo da tutte le parti sull’orto ormai gelato, beata lei che non sente il freddo e se la spassa sempre e comunque!

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